Stefania CAROFALO
Le opere di Alfonso Talotta si possono ammirare, fino al 28 febbraio, in un percorso espositivo denominato Fil rouge curato da Salvatore Luperto, presso la Galleria Artpoetry in via Candido, 3 a Lecce.
Talotta è un poliedrico artista viterbese, classe 1957, che dal 1978 espone le sue opere generate dalla continua ricerca, nutrita dall’attenzione dell’attività degli artisti contemporanei degli anni Settanta del secolo scorso, e basata prevalentemente sui segni e l’asportazione della materia.
Le opere appese alle pareti, realizzate nell’arco temporale tra il 1993 e il 2023, sono accomunate dall’uso del colore rosso e rivelano l’evoluzione del suo pensiero.
Costruire con l’assenza è alla base dello stile di Talotta: il vuoto e il pieno si alternano in un gioco di luci e ombre, determinano volumi e assenze e in queste ultime l’artista immagina l’infinito.
Il vuoto è generato dai tagli nelle tavole di legno, ma vuoto è anche considerato l’uso dell’assenza di colore, delimitato da figure che si contrappongono a quelle rosse il cui confine, rigorosamente dipinto a mano libera, presenta un aspetto sfilacciato perché piccolissimi frammenti di colore invadono l’area considerata vuota della tela.
Le tele vuote possono variare nel colore, ad esempio bianche, nere oppure rosse, sono affiancate a quelle da lui dipinte e con queste articola le forme, talvolta speculari e contrapposte.
In esposizione le opere dei cicli: Perforazione segnica (1993), Chiusure (2009), Compenetrazioni (2013), La pelle della pittura (2016), Sdoppiamenti (2021) e infine Rilievi (2023).
I materiali cambiano con lo scorrere degli anni, si parte da supporti lignei nel primo periodo, passando per la tela tamburata, tavole intelate e, nelle opere più recenti, tavole intelate accoppiate al cartoncino.
Talotta, in Perforazione Segnica, parte da una tavola dipinta ad olio e acrilico, ferita da segni che ricordano le tracce lasciate sul terreno, ma sono pareti forate e non solcate, ed essendo tagli nello spessore della tavola, ecco che le ombre all’interno evidenziano il segno scuro che vediamo. Ed è proprio il vuoto il filo conduttore tra le opere.
Nelle Chiusure l’uso delle strutture, sulle quali l’artista fissa la tela tamburata, rende le opere di uno spessore notevole. La tela vuota è delimitata all’area di due forme chiuse distanti e specchiate che appaiono isolate nella tela dipinta di rosso.
Caratteristica di Compenetrazioni, è la combinazione di segni che si uniscono generando forme lasciate prive di colore al centro della tela tamburata dipinta.
Ne La Pelle della pittura, il colore ad olio è posto all’interno di una forma su una tela tamburata lasciata priva di colore.
Le opere denominate Sdoppiamenti, realizzate in periodo pandemia, sono connotate dal colore a olio che ricopre interamente le tavole intelate dalle forme regolari su tre lati che si contrappongono a un lato formato da spigoli acuti e curve. Sono due opere identiche ma accostate al contrario o in qualsiasi altro modo, generano forme e ombre a impatto visivo differente.
Nel dittico Rilievi (2023) l’uso del cartoncino su tavole intelate, dipinte con colore acrilico, crea un’alternanza di volumi e, di conseguenza, determina un’ombra sottile e una variazione di tonalità, le forme arrivano al confine della tela mentre il vuoto, ossia la porzione della tela priva di colore, è appresentato dalla tela chiara.
L’arte dona, a chi osserva, emozioni che differiscono in virtù del proprio vissuto e dello stato d’animo.
Articolo pubblicato sulla testata on line ilgrandesalento in data 7 febbraio 2024
Riproduzione vietata