di Stefania Carofalo

Le arti si combinano sino a creare l’armonia. Entrando nelle sale della Fondazione Biscozzi|Rimbaud, si è accolti da un sottofondo musicale ancor prima di vedere le opere…e già l’animo è ben predisposto alla tranquillità del tempo senza tempo che è quella dimensione in cui l’arte si palesa coinvolgendo i sensi: udito, vista e andando più in profondità, la sensibilità. Quindi si osserva, si ascolta e si apprezza.

Mirco Marchelli, piemontese di Ovada (Al), è un artista visivo, oltre ad essere un compositore musicale e per questa mostra, ideata su misura per la Fondazione Biscozzi|Rimbaud, ha combinato i suoi saperi. Dopo un sopralluogo avvenuto nel 2021, ha maturato e realizzato un progetto di visione di una mostra con una particolare composizione artistica formata da ben 18 opere polimateriche esposte in tre sale, collocandone sei in ognuna di esse.

La filosofia della sua arte

è basata prevalentemente sul riuso di materiali volti a nuova vita, combinati con i testi del poeta Edoardo Sanguineti e alle musiche rinascimentali di Gesualdo da Venosa rielaborate da Marchelli.

L’artista suddivide le sue opere per voci: femminili e maschili e ancora le prime in Soprano, Mezzosoprano e Contralto, le seconde in Tenori, Baritoni e Bassi. Tutte delle stesse dimensioni di forma quadrata di 42 centimetri per lato e con angoli smussati.

sala espositiva con tre opere
Mirco Marchelli “Voci in capitolo” (foto Fondazione Biscozzi Rimbaud)

I colori, le forme, le linee e i materiali sono studiati per quella determinata tonalità che si carica di forza ascoltando le note e le voci in audio poste in alto in corrispondenza ad ogni opera, mentre allontanandosi si ascolta l’armonia dell’insieme delle 6 diverse voci.

Marchelli estrapola interamente i versi di Ripost di Edoardo Sanguineti contenuti nella composizione sonora della durata di ben 8 minuti che si ascoltano nella prima sala espositiva

Vivendo per capire perché vivo,

scrivo anche per capire perché scrivo,

e vivo per capire perché scrivo,

e scrivo per capire perché vivo:

Nelle altre due sale l’artista estrapola solo alcune frasi

 da Sequientia (E. Sanguineti) estratto dalla collezione Stravaganze

Voglio le tue parole: e voglio distruggerle, in fretta, le tue parole:

e voglio distruggermi, me finalmente, veramente:

e da Sequentia 13(E. Sanguineti) estratto dalla collezione Poesie fuggitive

E così ci conforta un accordo, che gentilmente ci chiude, plebeo:

La catastrofe è in mezzo, è nel cuore: ma ci sta recintata, arroccata:

Per questa mostra ad hoc, Marchelli ha riutilizzato delle vecchie forme per terrecotte recuperate da tempo e rimaste in attesa per ben 15 anni prima di essere scelte per l’originale composizione. Osservandole da vicino si notano applicazioni in materiale vario in un gioco materico che coinvolge forme e linee, talvolta sinuose e altre spigolose, così come anche le tonalità che variano da quelle tenui a quelle vivaci sino a quelle scure dei bassi.

I curatori della mostra: Paolo Bolpagni e Giovanni Battista Martini, hanno individuato la particolarità dell’artista e delle sue composizioni, che hanno accostato nelle sale secondo un ordine armonico. Interessante è il catalogo, edito da Dario Cimorelli, scritto per essere comprensibile in francese, inglese e italiano e originale è anche la sua struttura. Infatti oltre alle informazioni e la biografia dell’artista, le pagine contengono una bella intervista a tre voci, risultando dinamico e interessante da leggere e scoprire quel dato particolare e la sua storia. Allegato al catalogo, nella quarta di copertina, il cd di Mirco Marchelli dal titolo  Voci in capitolo a sei voci miste

La Fondazione Biscozzi|Rimbaud, e la sua Presidente Dominique Rimbaud, ospitano Mirco Marchelli nella quarta mostra dopo aver allestito gli spazi per Angelo Savelli, Salvatore Sava e Grazia Varisco nel salotto antico di Lecce creando un filo conduttore e nello stesso tempo di gradevole contrasto tra barocco e contemporaneo.

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