di Stefania Carofalo
Varcando Porta Rudiae a Lecce, il primo portone a destra è quello dell’Accademia di Belle Arti, fucina di creatività e importante luogo di formazione di giovani artisti.
Appena entrati in questo maestoso complesso che una volta ospitava l’antico Convento Domenicano, si accede al chiostro che ospita dallo scorso anno, in occasione dei Sessant’anni dalla fondazione dell’Accademia di Belle Arti, la mostra Estate 2021 con l’installazione composta dagli Scarabei, i Sassi e l’Albero Sonoro dell’artista surbino di fama internazionale e docente della prestigiosa Accademia: Salvatore Sava.
La visione poetica dell’artista plasma i materiali e da vita a opere di straordinaria bellezza. Ma non è solo la bellezza delle opere ad affascinare, anche il significato che assume l’installazione che colpisce perché è in linea e mutevole coi tempi.
La mostra Estate 2021 è stata allestita secondo una differente installazione rispetto all’odierna, nonostante sia composta dalle stesse opere.
Avendo avuto la possibilità di ammirare entrambi gli allestimenti posso leggerne i diversi significati.
La disposizione che originariamente vedeva i numerosi scarabei che uscivano dall’ombra per godere del caldo estivo e dell’energia solare fonte di rinnovamento e di buon auspicio, ora si accingono con le loro lunghe zampe, al pozzo posto al centro del cortile, quasi a dissetarsi vista la grande problematica ambientale della siccità. Gli scarabei posti distanti dal pozzo, sembrano spingere e allontanare i sassi fluorescenti.
L’albero sonoro, una volta posto in un angolo del chiostro, ora è collocato sul pozzo, anch’esso desideroso di abbeverarsi per continuare a vivere e reagire. Esso è un rispettoso omaggio dell’artista agli ulivi martoriati dalla Xylella e che, sembra, stiano reagendo con nuove chiome.
E arriviamo ai Sassi, anch’essi colorati di giallo fluorescente che nell’allestimento 2021 ostruivano la bocca del pozzo e rappresentavano la grande energia del sole estivo e che ora nell’attuale installazione sono sparsi nel cortile con il colore innaturale per la natura, e che rappresenta, in questo secondo allestimento, il veleno che inquina ogni forma di vita.
I materiali usati dall’artista Sava, per le sculture esposte in Accademia sono prevalentemente,
pietra leccese, ferro, cemento e vernice.
Le opere esposte e il loro significato:
Gli Scarabei sono sinuosi, eleganti e dalle lunghe ed esili zampe, vestono tre diversi colori: nero, grigio e giallo fluorescente, sono simbolo di buon auspicio, di rinascita e di rinnovamento culturale.
I Sassi, di grandezza e forma diversa, sono colorati di giallo fluorescente, colore che può cambiare il significato. Esso, infatti, può rappresentare la luce abbagliante del sole estivo e dell’energia che infonde nel creato, oppure il veleno che il creato subisce a causa dell’inquinamento.
L’Albero sonoro è realizzato in ferro la cui chioma è composta da singole pietre piatte fissate su ogni ramo e colorate anch’esse di giallo fluorescente.
L’appellativo di sonoro è da intendere come una forma di linguaggio degli alberi stessi, il loro stormire causato dal vento. Ecco che con una piccola sollecitazione sulle chiome in pietra, l’onda sonora si propaga sull’intera struttura sino a giungere all’orecchio del visitatore accorto.
L’attenzione e l’amore dell’artista per l’ambiente è fondamentale e presente in ogni sua opera.
L’installazione sarà fruibile gratuitamente ancora per il mese di settembre, quindi se vi è possibile, fate una passeggiata a vederla prima di arrivare alla Fondazione Biscozzi | Rimbaud, Museo di Arte Contemporanea, che ospita le Opere di Sava con la mostra L’altra scultura curata da Paolo Bolpagni, inaugurata il 6 febbraio e che resterà in esposizione sino al 25 settembre 2022 dove è possibile ammirare, oltre a una selezione di opere inedite, un’altra opera sonora dal titolo La scala dell’infinito.
Gli alberi sonori fanno parte di una mostra tenutasi nel 2014 nel chiostro del Monastero degli Olivetani a Lecce intitolata Follie Barocche che completava il percorso espositivo “Sull’arte contemporanea: metodologia e ricerca nei luoghi dell’università”, nato da un progetto ideato dalla prof.ssa Letizia Gaeta, delegata del Rettore alla Conoscenza, ricerca e messa in valore dei beni culturali, che si è avvalsa della cura scientifica dal prof. Massimo Guastella, docente di Storia dell’arte contemporanea e responsabile scientifico del laboratorio Tasc, che si occupa di ricerche e valorizzazione della cultura contemporanea e di gestioni museali. L’esposizione Follie Barocche è stata organizzata dall’Università del Salento, con il Dipartimento di Beni Culturali, in collaborazione con lo spin-off Conservazione e Ricerca Arti e Cultura Contemporanea e il Liceo Musicale “Durano” di Brindisi.
In occasione del Finissage, gli studenti di percussioni del Liceo, diretti dai docenti Enrico Donateo e Marco Girardo, hanno suonato letteralmente le opere d’arte di Sava.